Le favole di Lucia
PERCHE' NO? PERCHE' NO!
Il popolo dell'otto
C’era una volta una famiglia di formiche. Era una grande famiglia. Più un popolo che una famiglia.
Ognuno somigliava all’altra, tutte nere; avevano zampette sottili e un corpo che sembrava il numero otto.
Tutti li chiamavano “il popolo dell’otto”.
Solitamente
le formiche, da quando il Padreterno le ha create, sono creature
previdenti e d’estate accumulano quanto serve loro durante l’inverno:
sementi, granelli, erbette. Con tutto ciò riempiono le loro case e
quando fuori d’inverno non cresce nulla, mentre viene giù la neve o la
pioggia, se ne stanno lì a sgranocchiare tranquille.
Potrebbe
pure nevicare per giorni interi o piovere a catinelle, le formiche, una
volta in possesso delle loro riserve, stanno lì e si occupano di altre
cose piacevoli.
Successe, però, che ad un certo punto il
popolo dell’otto impazzì e decise che quell’estate, invece di
accumulare le provviste per l’inverno successivo, avrebbero fatto
pulizie straordinarie; dalla casa del popolo dell’otto venne lanciato
fuori tutto: granelli, rametti, pentolini e pentoloni. A settembre,
dopo i mesi del sole, tutto era pulito e vuoto.
Ad ottobre cominciarono le piogge,a novembre i venti e il freddo e a dicembre la neve.
Il
popolo dell’otto non aveva nulla da mangiare e ben presto non restò
nessuno di loro in vita, tranne due che avevano conservato qualcosa in
casa, come voleva la regola.
Grazie a quei due, il popolo
dell’otto si ricostituì e oggi, non dimentico di quella terribile
lezione, continua a vivere felice.
Prova, l’estate
prossima, a guardare dal muretto vicino a casa o nell’aiuola più vicina
a scuola: vedrai il popolo dell’otto all’opera.