Le favole di Lucia
PERCHE' NO? PERCHE' NO!
Un seme capriccioso
C’era una volta un gruppo di semi che attendeva di essere gettato nella terra.
Era il tempo giusto, le foglie degli alberi erano rosse e cominciavano a sembrare lingue di fuoco.
I
semi sapevano bene che le dita del contadino li avrebbero afferrati e
buttati nella terra: sarebbe così cominciato un lungo cammino per tutti
loro.
Prima avrebbero spinto verso il basso e, appena
messe giù le zampette che sarebbero loro spuntate, avrebbero cominciato
una bella risalita verso l’alto.
Avrebbero visto il buio per poco e poi, diventati piante, sarebbero andati su verso il cielo azzurro.
Qualcuno aveva paura, a dire il vero, di iniziare quel viaggio.
Il seme, che non aveva voluto seguire la regola, si trovava a spingere, spingere con la testa verso il basso.
Era
diventato più largo che lungo, un albero ridicolo, un po’ noioso
anche perché non ce la faceva più a spingere sempre e si lamentava del
fatto che era rimasto solo e triste.
Sentiva le risate dei
bambini che giocavano sotto gli alberi che stavano in su e si chiedeva
come mai gli era venuta in mente quella bella idea , di crescere in
altro modo, di andarsene per una strada che all’inizio gli era sembrata
bella e che ora detestava con tutte le sue forze.
Erano bui i suoi pensieri e l’albero, alla fine, divenne nero e sparì.
Sulla
terra restavano ancora tintinnanti le risate dei bambini sotto gli
alberi che mandavano i loro rami verso il cielo, come in un abbraccio.